Una Fotografia ci salverà
Dott.ssa Silvia Fanucci
“La fotografia è il lavoro dell’anima”
Elliot Erwitt
Cosa c’entra la fotografia con il benessere? Cosa con la crescita personale? Apparentemente sembrerebbe nulla.
Fino a qualche anno fa eravamo soliti considerare la fotografia come qualcosa di proprietà esclusiva di professionisti formati, dotati di costose macchine fotografiche. Noi, invece semplici fruitori della bellezza di un’immagine scattata.
L’avvento degli smartphone, e dei social (in particolare Instagram), hanno dato origine a un fenomeno nuovo. In effetti hanno reso la fotografia alla portata di tutti. Ogni persona ha iniziato, quasi senza accorgersene, con molta più facilità e frequenza, a fotografarsi e a fotografare. I famosi selfie poi sono stati la vera rivoluzione del nostro millennio. Selfie letteralmente è il diminutivo di Self-Portrait, che in inglese significa autoritratto.
Ormai è un gesto quasi automatico e spontaneo. “Dai scattiamoci un selfie!”. L’azione successiva è quella di postare l’immagine su un social o di impostarla come immagine del profilo. E’ un modo di autorappresentarsi e ancor di più un modo per parlare di sé agli altri. E’ l’immagine che vogliamo dare di noi all’esterno. E’ un’immagine per così dire, controllata, perché tendiamo a scartare e cestinare i selfie venuti male, mentre selezioniamo solo quelli dove ci piacciamo.
Sì ok. Ma cosa c’entra tutto questo con la crescita personale? E come lo scattare una foto o un selfie, ci può aiutare in periodi complessi come quelli che stiamo vivendo ora, di isolamento? Come ci sostiene una fotografia quando emergono emozioni difficili da gestire?
Fotografarsi e fotografare. Gesti potentissimi che ci consentono di esprimerci, di aumentare la consapevolezza di ciò che ci accade. Farsi una fotografia, o l’atto stesso di fotografare permette di connetterci con il nostro mondo interiore. Con le immagini profonde che ci portiamo dentro. Permette di rendere visibile l’invisibile.
Il prodotto che vediamo sullo schermo del nostro cellulare, che sia il nostro volto o qualsiasi altro soggetto abbiamo scelto di immortalare è il prodotto di quello che in quel preciso momento la nostra anima ha bisogno di dirci e di dire agli altri. E’ il modo per mettere fuori le proprie emozioni. E’ l’inconscio che attraverso un’azione consapevole ci parla.
Fotografare ha infiniti effetti benefici. Sicuramente ci aiuta a non trattenere più quello che sentiamo e ad esprimerlo in maniera creativa. Può aiutarci ad elaborare le nostre emozioni. E in un secondo momento, ci sostiene nel processo di consapevolezza. Quello che guardiamo ci dà informazioni su noi stessi. Su chi siamo. Sui nostri bisogni.
Nel caso dell’autoritratto troviamo un volto, noi stessi, che aldilà dello schermo, ci parla. Cosa ci sta dicendo? Cosa vuole comunicarci? Cosa vuole che noi sappiamo, proprio ora, in questo momento?
Uno degli esercizi che propongo spesso alle persone che lavorano con me, è “un selfie al giorno”. Ogni giorno alla stessa ora. Farsi una foto. E possibilmente stamparla. Farlo per almeno quindici giorni. Una sorta di diario fotografico, a cui poter aggiungere riflessioni scritte.
Detta così sembra un compito banale; allo stesso tempo può essere estremamente sorprendente osservarsi quotidianamente. Cosa scopriremo di nuovo?
Come sorprendente è decidere di fotografare ogni giorno qualcosa per cui siamo grati. Una foto a testimonianza di ciò che apprezziamo. Una collezione di “grazie” alla vita.
In questo momento così difficile di isolamento, in cui abbiamo perso le nostre abitudini, i nostri punti di riferimento. In cui siamo in contatto con la paura, la tristezza, la rabbia. Il mio invito è quello di sperimentarsi. Fotografare e vedere che effetto fa.
Provare per credere.
Una foto al giorno…ci salverà.
Silvia Fanucci
Psicologa che usa da anni la fotografia come mezzo integrativo di crescita personale.
Gubbio, 05/04/2020